Samuela Paoletti
Samuela Paoletti
Rosa Appassita
Tu, che nasci laddove il giardino elisio
smarrisce i confini nei lucori dell’alba;
tu, che il color cinabro catturi dalle labbra
di un eroe prigioniero di una saga antica,
ricetto gradito per l’anima romantica;
tu, che voluttuosa signoreggi
sul leggiadro stelo,
scettro di una triste luna;
tu, che indignata, vieni divelta per
essere donata ai superbi amanti;
tu, che gioviale, ti schiudi alla primavera
come i versi si schiudono all’incantato
imitatore di Omero;
tu, circonfusa da petali vermiglio, delicati
ventagli di farfalle aristocratiche;
tu ammiratrice del girasole,
scrigno di lacrime febee,
tu, che ti lasci cullare dal wa1zer
suadente dell’autunno,
il volto serico lentamente inclini
addormentandoti sui frammenti desueti
di una mesta allegoria.
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